Il 14 maggio a Napoli il quinto appuntamento di Donne che Sanno: esperti a confronto
su “Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita”
SALUTE, CAMPANIA ANCORA “MAGLIA NERA” PER OBESITA’ INFANTILE (17.9%)
I PEDIATRI: DIETA MEDITERRANEA PER PREVENIRLA SIN DAL CONCEPIMENTO
Al Maschio Angioino incontro promosso dal “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli
Napoli, maggio 2018 – L’obesità dilaga, soprattutto quella infantile e in particolare al Sud. La Campania detiene il triste primato: il 26.2% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e il 17.9% è obeso, per un totale complessivo del 44,1% (secondo i dati diffusi da Okkio alla Salute). La causa? Le cattive abitudini alimentari. Gli studi scientifici dimostrano come la prevenzione primaria dell’obesità e di tutte le patologie correlate a stili di vita non corretti, per essere efficace, deve avvenire sin dal concepimento. I primi mille giorni di vita del bambino sono unanimemente considerati determinanti dal punto di vista nutrizionale nel porre le basi della sua salute futura e nella riduzione dei rischi di sovrappeso e obesità. I consigli del pediatra alle neomamme in genere sono seguiti in modo scrupoloso. Il problema nasce dalle “deviazioni” successive, causate da una cattiva interpretazione delle regole da seguire, da scelte sbagliate e ritenute idonee. Deviazioni da collegare inevitabilmente nel Sud anche ai problemi di natura economica che affliggono molte famiglie. Oggi allevare al meglio un figlio, soprattutto nei primi anni di vita, ha spesso costi difficili da sostenere per molte coppie meridionali, la maggior parte monoreddito, diverse con capifamiglia che hanno perduto il lavoro, moltissime non al riparo degli ammortizzatori sociali. Dunque, non solo buoni consigli da trasmettere ai genitori, ma l’urgenza di aiutarli seriamente con adeguati strumenti di sostegno, insieme a una corretta informazione sui danni causati da diete ipercaloriche ritenute economicamente convenienti.
Come intervenire? È possibile prevenire l’obesità infantile? Con quali strumenti conciliare educazione alimentare e un corretto stile di vita? La dieta mediterranea aiuta davvero a combatte l’obesità sin dallo svezzamento? In che modo? E proprio “Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita” sarà il tema al centro del quinto appuntamento del ciclo “Donne che sanno”che il prossimo 14 maggio vedrà riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino (via Vittorio Emanuele III, terzo piano, sin dalle ore 16) tecnici ed esperti della nutrizione. Fra i protagonisti dell’incontro, che come i precedenti è organizzato alla Fondazione Mario e Paola Condorelli e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Fortunato Ciardiello presidente European Society for Medical Oncology e professore ordinario di Oncologia Università della Campania Luigi Vanvitelli; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Modererà i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.
“I dati del Rapporto Okkio alla Salute – sostiene la pediatra Raffaella De Franchis – sono molto preoccupanti. Per questo non bisogna abbassare la guardia, ma è importante porre sin da subito le basi per una corretta alimentazione. Le abitudini alimentari si costruiscono sin dal periodo fetale, per cui è importante che la madre segua un regime alimentare equilibrato, e offra al bambino piccolo, sin dalla nascita, il miglior nutrimento possibile. La dieta mediterranea è un regime alimentare ricco di olio di oliva, frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca, con un modesto consumo di pesce e pollame viene sempre più considerata il modello per la salute dell’uomo. I Pediatri di famiglia della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) di Napoli del Gruppo di lavoro “Dieta Mediterranea in Pediatria” stanno da tempo promuovendo la diffusione della Dieta Mediterranea già nelle prime epoche della vita. I dati preliminari del loro lavoro, che saranno presentati al Congresso della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica (ESPGHAN) a Ginevra dal 9 al 12 maggio 2018, mostrano come la percentuale di bambini svezzati con Dieta Mediterranea e che ad 1 anno hanno un’ottima aderenza a tale schema dietetico, sia pari al 73.4%. Il 23.9% ha un’aderenza intermedia e solo il 2.7% non è in linea con tale stile”.
Preoccupante l’allarme di Giulio Corrivetti: “Per la prima volta nella storia della specie umana – denuncia – l’attesa di vita dei nostri figli sarà più corta di quella di noi genitori. Il paradosso è ulteriormente accentuato dal fatto che spendiamo circa 60 miliardi di euro per ipernutrirci, altri 30 miliardi in messaggi dei mass media per convincerci a mangiare cibo ipercalorico e 45 miliardi in attività fisiche o diete speciali per perdere il peso eccessivo causato da una alimentazione sbagliata. Nel frattempo, nei paesi in via di sviluppo bambini continuano a morire di malnutrizione e basterebbero solo 40 miliardi di euro (meno di un terzo di quello che spendiamo per ipernutrirci nei paesi industrializzati) per fermare questa piaga. Senza contare il fatto che circa il 40% del cibo ipercalorico che produciamo viene buttato via come produzione eccessiva”.
Per partecipare all’evento è richiesta la registrazione tramite mail all’indirizzo info@donnechesanno.it.
Il progetto Donne che Sanno prevede un appuntamento al mese (il ciclo di incontri si chiude il 4 giugno), con eventi che coinvolgeranno il territorio e le collettività, per favorire adeguate scelte di benessere, e si avvale del patrocinio di: Regione Campania, Comune di Napoli, Società Napoletana Storia Patria, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Ipasvi, Ordine dei Medici, Federazione italiana medici pediatri di Napoli, Valore D, Federconsumatori, Lilt, con il contributo di UniCredit, Fondazione Grimaldi Onlus, Ferrarelle e Banco BPM. Per info: www.donnechesanno.it; www.fondomarioepaolacondorelli.
OBESITÀ INFANTILE IN CAMPANIA, L’ALLARME DEI PEDIATRI: “CATTIVA ALIMENTAZIONE E PROBLEMI ECONOMICI I FATTORI SCATENANTI”
>Al Maschio Angioino il quinto appuntamento di Donne che Sanno promosso da “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli su quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita
Comunicato Stampa
Napoli, 15 maggio 2018 – In Campania un bambino su quattro tra gli 8 e i 9 anni e in sovrappeso, il 17.9% è obeso, secondo i dati diffusi da Okkio alla Salute. E quando si parte da bambini in questa condizione, è facile avere futuri adulti non in buona salute. È possibile prevenire l’obesità infantile? Con quali strumenti conciliare educazione alimentare e un corretto stile di vita? Il difficile contesto economico aggrava i problemi? La dieta mediterranea è uno scudo contro l’obesità sin dallo svezzamento? Questi i temi al centro dell’incontro “Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita”, il quinto appuntamento del ciclo “Donne che sanno” che lunedì 14 maggio ha visto riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino tecnici ed esperti della nutrizione. Fra i protagonisti dell’incontro, come i precedenti organizzato dal “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Ha moderato i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.
“I 1000 giorni di vita che iniziano dal concepimento -ha detto la dottoressa De Franchis – sono fondamentali perché si pongono le basi del bagaglio di salute del bambino e della prevenzione del diabete e dell’obesità e già forniscono un “imprinting” sui futuri sapori del nascituro. Spesso le mamme, una volta dimesse dall’ospedale, hanno paura di mangiare molte cose e anche il bambino non avrà traccia di quel sapore. Importante non utilizzare il miele sui biberon e tettarelle o sostanze dolcificanti, perché si allontanano i bambini dai sapori “amari” come cavolo, broccoli, che sono quelli più salutari”. “Buone regole – ha aggiunto la pediatra – sono non dare i pasti davanti la televisione, non utilizzare il cibo come ricompensa e fare un utilizzo limitato di proteine: la quantità di proteina (carne e pesce) nei primi 3 anni di vita incidono sulla predisposizione all’obesità. Le giuste quantità ad un anno di vita sono 30 gr carne e 40 gr pesce che aumenta di 10 gr a due anni. Inoltre già dallo svezzamento si possono utilizzare alimenti ritenuti dai più allergizzanti, quali frutta secca, legumi che invece possono essere inseriti nelle giuste dose e modalità. Per le merende si consiglia frutta, cioccolata fondente, frutta secca, biscotti secchi”.
Naturalmente la via più naturale ed economica è anche quella meno seguita. Con l’aggravante di alcuni dati che destano preoccupazione, come quelli forniti dal dottor Corrivetti. “Per la prima volta nella storia della specie umana – denuncia – l’attesa di vita dei nostri figli sarà più corta di quella di noi genitori. Il paradosso è ulteriormente accentuato dal fatto che spendiamo circa 60 miliardi di euro per ipernutrirci, altri 30 in messaggi dei mass media per convincerci a mangiare cibo ipercalorico e 45 miliardi in attività fisiche o diete speciali per perdere il peso eccessivo causato da una alimentazione sbagliata. Nel frattempo, nei Paesi in via di sviluppo bambini continuano a morire di malnutrizione e basterebbero solo 40 miliardi di euro per fermare questa piaga. Senza contare il fatto che circa il 40% del cibo ipercalorico che produciamo viene buttato via come produzione eccessiva”.
Tutti i contrasti venuti alla luce nel corso del dibattito, sono particolarmente riscontrabili nell’azione che da dieci anni La Casa dei Cristallini svolge nel rione Sanità a Napoli, dedicata ai bambini e alle mamme del quartiere. “In una delle aree più interne del quartiere Sanità – ha raccontato Giulia Bonsangue – quella denominata dei Cristallini, si vive in condizioni economiche e sociali di particolare difficoltà. ”. Il corretto stile di alimentazione fin dal concepimento si intreccia con problematiche economiche che specie nel Sud richiederebbero interventi educativi accessibili con operatori sociali e sanitari sempre più intensi per superare false credenze e errate abitudini di vita e recuperare i vecchi sapori della dieta mediterranea che pur esistono ancora nella tradizione delle famiglie.
Video sintesi evento 14 maggio 2018
Video Integrale Evento
Elenco completo rassegna
Il denaro.it – Obesità infantile Campania maglia nera
Il Roma – I bambini napoletani sono i più obesi d’Italia
UN BAMBINO BEN NUTRITO NEI PRIMI ANNI DI VITA DIVENTERA’ UN ADULTO IN SALUTE E NON OBESO
I primi anni di vita del bambino, che in genere si fanno coincidere con i primi mille giorni, sono unanimemente considerati determinanti dal punto di vista nutrizionale nel porre le basi della sua salute futura e nella riduzione dei rischi di sovrappeso e obesità. I primi, utili consigli del pediatra alle neomamme fanno ormai parte della norma e in genere sono seguiti con scrupolosità una volta che puerpera e neonato vengono dimessi dalla clinica o dall’ospedale.
Il problema nasce dalle “deviazioni” successive, causate da una cattiva interpretazione dei consigli ricevuti e spesso dalle scelte indotte, seppure in buonafede, dalla cosiddetta esperienza trasmessa da parenti o amici. Deviazioni da collegare inevitabilmente nel Sud ai problemi di natura economica che affliggono molte famiglie, come confermato da tutti i più recenti accertamenti statistici.
Oggi allevare al meglio un figlio, soprattutto nei primi anni di vita, ha spesso costi difficili da sostenere per molte coppie meridionali, la maggior parte monoreddito, diverse con capifamiglia che hanno perduto il lavoro, moltissime non al riparo degli ammortizzatori sociali.
Dunque, non solo buoni consigli da trasmettere ai genitori, ma l’urgenza di aiutarli seriamente con adeguati strumenti di sostegno. Il basso tasso di natalità in tutte le regioni del Mezzogiorno, tradizionalmente fra le più prolifiche del Paese, conferma la drammaticità della situazione. E qui ritorna l’arte di arrangiarsi, anche per quanto riguarda la crescita dei figli fin dai primi anni, con esiti non sempre positivi.
Sta di fatto che secondo gli ultimi dati OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, pare che il sovrappeso e l’obesità infantile non siano affatto in diminuzione e che nell’alimentazione dei bambini nei primi 3 anni di vita esistano ancora tanti eccessi e tante carenze. Purtroppo, anche se vi sono segnali di un lieve miglioramento, questo non è ancora sufficiente.
Secondo i dati emersi dall’indagine promossa dal Ministero della Salute, in Italia i bimbi in sovrappeso sono il 20,9%, mentre quelli obesi il 9.8%, con una prevalenza nelle regioni di centro e sud Italia. Sono dati ancora molto preoccupanti. Per questo non bisogna abbassare la guardia, ma è importante porre sin da subito le basi per una corretta alimentazione. Le abitudini alimentari si costruiscono infatti sin dal periodo fetale, per cui è importante che la madre segua un regime alimentare equilibrato e offra al bambino piccolo, sin dalla nascita, il miglior nutrimento possibile.
“Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita” è il tema al centro del quinto appuntamento del ciclo Donne che sanno che il prossimo 14 maggio vedrà riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino (via Vittorio Emanuele III, terzo piano) tecnici ed esperti della nutrizione.
Quali regole a tavola oggi per il domani dei nostri figli?
Nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi che evidenziano come le sane abitudini alimentari svolgano un ruolo fondamentale nel prevenire malattie croniche importanti (per maggiori approfondimenti clicca qui). Oltre alle sane abitudini alimentari, è importante che i genitori adottino un corretto comportamento educativo a tavola, evitando premialità legate al cibo o comportamenti quali visioni di video a tavola.
La Dieta Mediterranea è stata dimostrata essere il miglior modello alimentare per la prevenzione di malattie cronico-degenerative come le malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesità e il cancro. I benefici della Dieta Mediterranea (DM) sulla salute generale di un individuo sono oramai ampiamente dimostrati.
L’Italia, dove la DM è nata, si sta allontanando sempre più da tale stile alimentare, con il dilagare di abitudini dietetiche scorrette eccedendo per:
- intake calorico;
- utilizzo di grassi animale;
- sale;
- materie raffinate
ciò a discapito del consumo di:
- frutta;
- verdura;
- carboidrati complessi;
- olio extra vergine di oliva;
- pesce azzurro;
- legumi;
- fibre
iniziando tali abitudini sin dai primi anni di vita.
Tali comportamenti alimentari errati hanno fatto sì che l’Italia abbia, attualmente, l’incidenza più alta di obesità infantile in Europa. Tra le regioni italiane la Campania, che è culla della DM, è la regione con il tasso più elevato di obesi in età pediatrica.
Tale situazione, che ormai si può definire “epidemica”, determinerà negli anni a venire un drammatico incremento delle patologie su menzionate.
Nonostante le evidenze scientifiche abbiamo quindi ben definito il ruolo preventivo svolto dalla DM nei confronti di patologie gravi ed invalidanti, l’aderenza dei bambini alla DM in Italia è molto scarsa assestandosi all’incirca intorno al 5% tra gli 8 e 9 anni.
E’ stato infatti dimostrato da recenti studi, che il gusto del bambino è condizionato dall’offerta di cibo che riceve nelle fasi iniziali dello svezzamento. E’ quello il momento in cui egli riceve il proprio “imprinting” al gusto. Le preferenze alimentari acquisite in questa epoca saranno poi mantenute nelle successive fasi della vita. Il manuale “La Dieta Mediterranea nel primo anno di vita” è uno strumento di divulgazione dei principi di avvicinamento alla DM.
Ne parleremo con Gina Bonsangue che ci racconta quali sono le abitudini delle famiglie che frequentano l’Associazione dei Cristallini, uno spazio aperto da L’Altra Napoli alla Sanità che accoglie circa 50 bambini nel dopo scuola, con i pediatri di Famiglia di Napoli che hanno costituito un Gruppo di lavoro denominato “Dieta Mediterranea in Pediatria” che si propone di promuovere la DM come corretto stile alimentare agendo sulle abitudini alimentari della madre già durante l’allattamento e proseguendo poi sul bambino fin dalle prime fasi dello svezzamento, con il Prof. Fortunato Ciardiello che ci racconta quali sono i danni di una scorretta alimentazione e con il dott. Luigi Corrivetti, vice presidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno, che ci segnala i sintomi di quelli che possono essere i disturbi alimentari. La Fondazione EBRIS “European Biomedical Research Institute of Salerno” è nata nel 2012 su iniziativa della Fondazione Scuola Medica Salernitana e del Mass General Hospital for Children dell’Università di Harvard. Obiettivo della Fondazione è di realizzare un istituto di ricerca di eccellenza nel panorama internazionale, attraverso lo sviluppo di progetti incentrati sull’intergioco tra nutrizione e stato di salute. Modelli clinici come la celiachia, il diabete di tipo 1, l’autismo e la schizofrenia verranno studiati a fondo per stabilire meccanicamente come la nutrizione, particolarmente durante i primi anni di vita, influenza il microbiome, specifici pattern metabolici e, ultimamente, i meccanismi che governano lo switch tra tolleranza ed immunità nelle malattie autoimmunitarie. Sarà presente, inoltre, , la dottoressa Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Modererà i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.
L’evento è terminato, non è più possibile registrarsi.
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